
Festival della Fotografia Etica
Lodi, October 2017
“Il perchè del Festival della Fotografia Etica è il comunicare i grandi temi dell’umanità attraverso la fotografia dei migliori reportagisti. L’obiettivo del Festival è quello di parlare con le immagini alle coscienze delle persone per indurre una solidarietà e un cambiamento. Crediamo che il modo di rappresentare la realtà del pianeta con i grandi reportage sia il modo migliore per raccontare e testimoniare i nostri tempi”.



Nadab
Nadab – che in arabo significa “cicatrice” – è un progetto fotografico di Alessio Cupelli realizzato in collaborazione con l’ong Intersos allo scopo di raccontare la diaspora dei migranti. Il titolo si riferisce alle cicatrici lasciate nell’anima e nel corpo di chi è costretto a lasciare il paese di provenienza, ma soprattutto a quelle che affondano le proprie radici nella nostra memoria, mettendo in luce i conflitti non risolti del cosiddetto occidente. L’autore ci porta a riflettere su come queste cicatrici, tutt’altro che rimarginate, siano oggi diventate i canali principali su cui transitano milioni di persone. Il progetto nasce nell’ottobre del 2015, nel momento più caldo della rotta balcanica. Attraversando l’Ungheria, la Croazia, la Serbia, la Macedonia e la Grecia, lo sguardo del fotografo ci rivela le conseguenze della chiusura delle frontiere da parte dell’Europa e poi si sposta in Libia e in Giordania dove milioni di sfollati vivono nei campi profughi senza più nessuna possibilità di andare avanti e con la paura di essere rimandati indietro. Mediante un punto di vista intimo, attento a far emergere la dignità dei soggetti ritratti assieme a silenzi lontanissimi dal chiasso a cui il clamore mediatico su questi argomenti ci ha abituato, Nadab ci racconta le storie di queste persone bloccate alle periferie di un occidente in cui la storia si ripete.


