<< Sotto la statua della Libertà che è accanto al porto di Mitilene si radunano ogni giorno profughi adolescenti. Forse per sentirsi meno prigionieri: delle guerre, dei trafficanti, della paura. E li imparano a nuotare: prima della traversata dalla Turchia a quest’isola di Lesbo, in Grecia – un tratto breve, ma accidentato dal maltempo e scafisti improvvisati – la maggior parte di loro non aveva mai visto il mare. Ora lo tastano con curiosità e circospezione. E il timore si trasforma in gioco. Solo Alì si rifiuta di toccare l’acqua: fuggito dall’Afghanistan con padre e fratelli, in quel braccio di mare la sua famiglia ha fatto naufragio. Il corpo della sorellina di 8 anni è stato scaraventato su uno scoglio. Da allora Alì guarda atterrito il mare e suo padre non dice più una parola. >>
Articolo di Antonella Barina, pubblicato nella rubrica “noi e gli altri”
Nelle fotografie di Alessio Cupelli la realtà di Lesbo, dove arrivano migliaia di profughi che fuggono dalla guerra.